Controllo della pressione sanguigna, statine e trattamento antipertensivo
È stato condotto uno studio randomizzato, placebo-controllato e in doppio cieco allo scopo di valutare la possibilità che le statine riducano la pressione sanguigna così come le concentrazioni di colesterolo attraverso un monitoraggio clinico e ambulatoriale nell’arco di 24 ore dei livelli pressori.
Sono stati reclutati in 13 ospedali italiani 508 pazienti di età compresa tra 45 e 70 anni con ipertensione lieve e ipercolesterolemia.
I partecipanti sono stati assegnati a ricevere trattamento anti-ipertensivo ( Idroclorotiazide 25 mg una volta al giorno o Fosinopril [ Eliten ] 20 mg una volta al giorno ) con o senza aggiunta di una statina ( Pravastatina [ Pravaselect ] 40 mg una volta al giorno ).
La principale misura di esito era la pressione sanguigna clinica e ambulatoriale misurata ogni anno per un periodo medio di trattamento di 2.6 anni.
Sia il gruppo in trattamento anti-ipertensivo senza Pravastatina ( n=254 ) ( con diminuzione lieve dei livelli di colesterolo totale ) sia quello in trattamento anti-ipertensivo con Pravastatina ( n=253 ) ( con diminuzione marcata e sostenuta del colesterolo totale e del colesterolo LDL ) hanno mostrato una riduzione sostenuta nelle misurazioni cliniche di pressione sistolica e diastolica, così come della pressione sistolica e diastolica nelle 24 ore e durante il giorno e la notte.
La Pravastatina ha portato a risultati lievemente inferiori rispetto al placebo e le differenze tra i gruppi non hanno superato 1.9 mmHg nel periodo di trattamento ( P=0.13 ).
Questo è risultato vero anche nel caso in cui i partecipanti rimasti in monoterapia con Idroclorotiazide o Fosinopril nel corso dello studio sono stati presi in considerazione separatamente.
In conclusione, la somministrazione di una statina in pazienti ipertesi nei quali la pressione sanguigna è efficacemente ridotta da un trattamento antipertensivo concomitante non porta ad un effetto aggiuntivo di abbassamento della pressione sanguigna. ( Xagena_2010 )
Mancia G et al, BMJ 2010; 340: c1197, doi: 10.1136/bmj.c1197
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